
Sarà l’analisi del cellulare della bambina di 10 anni trovata morta ieri a Palermo a stabilire se la causa del decesso sia una ‘black-out challenge’, in cui i più giovani si sfiderebbero online a chi resiste di più stringendosi attorno alla gola una cintura.
Nel frattempo, con provvedimento del 22 gennaio, il Garante Privacy ha provveduto con urgenza a bloccare il Social Tik Tok, impedendo allo stesso l’uso dei dati degli utenti per i quali non sia stata accertata con sicurezza l’età anagrafica.
Per chi ancora non ne fosse certo: l’utilizzo da parte di bambini di Social per adulti (ovvero l’utilizzo di Social da parte di giovanissimi senza la supervisione di un adulto), rappresenta un serio pericolo che non può essere sottovalutato.
Tik Tok ha prontamente risposto a seguito dei recenti fatti, affermando quanto la medesima società tenga alla privacy ed alla sicurezza dei propri utenti.
Tuttavia, la mancata ‘age verification’ degli utenti più giovani non depone a favore del Social, che per legge (ma anche in virtù di princìpi morali) non potrebbe accogliere minori di 14 anni.
Nell’attesa dei necessari miglioramenti da parte di Tik Tok (e degli altri Social), non può che evidenziarsi come per evitare simili incidenti siano essenziali una corretta informazione degli utenti ed una loro adeguata conoscenza degli strumenti e delle app degli smartphone.
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